Non è solo la pelle ad essere a diretto contatto con l’ambiente esterno; anche vie respiratorie, vie urogenitali e tratto gastrointestinale. Tutte superfici del nostro corpo altamente colonizzate da un microbiota caratteristico e con specifiche attività.
Per MICROBIOTA si intende una flora batterica composta da non meno di 10^14 cellule procariotiche, un complesso ecosistema con un ruolo attivo nel:
- metabolismo
- mantenimento dell’omeostasi
- miglioramento del quadro sintomatologico di diverse patologie.
Il tratto gastrointestinale è l’organo più colonizzato in assoluto, tanto che ospita ben il 70% di tutti i microbi che fanno parte del nostro corpo e che hanno funzioni benefiche per la nostra salute.
La composizione del nostro microbiota dipende da diversi fattori:
- età
- sesso
- ambiente esterno
- patologia
- terapia farmacologica in atto.
In ogni individuo ci sono addirittura 160-200 specie batteriche, alcune delle quali già identificate come comuni a tutti gli esseri umani e importantissimi per il recupero dell’equilibrio (eubiosi) di un intestino in fase alterata e non in salute (disbiosi).
Esiste inoltre un delicato equilibrio da mantenere: quello tra il microbiota e la barriera mucosa, una barriera costituita da uno strato mucoso, un epitelio e un tessuto linfatico, il GALT (gut-associate lymphoid tissue) responsabile dell’immunità dell’intestino.
Il mantenimento di questo equilibrio è fondamentale per la nostra salute e perderlo significa favorire l’insediarsi di una malattia.
Il microbiota intestinale modula moltissime funzioni gastrointestinali, la cui omeostasi è indispensabile per la salute:
- motilità gastrointestinale
- secrezione esocrina (che immette i prodotti verso il lume intestinale)
- secrezione neuroendocrina (che produce segnali intracellulari)
- permeabilità della barriera mucosa
- sensibilità viscerale
- funzioni immunitarie del GALT.
L’IBS (sindrome dell’intestino irritabile) è un esempio di mancato equilibrio delle funzioni gastrointestinali.
Fattori ambientali, emotivi, comportamentali, cognitivi, patologie coesistenti all’IBS, alterazioni dietetiche e alimentari, sono tra i tanti esempi di influenze negative sull’omeostasi gastrointestinale, che possono modificare la composizione del microbiota e le sue importantissime funzioni. Il risultato sarà:
- disbiosi intestinale
- iperfermentaziine con produzione di gas
- attivazione del sistema immunitario GALT.
È stato inoltre scoperto che le due concentrazioni che diminuiscono drasticamente nelle feci di un individuo, in presenza di IBS, sono le frazioni di:
- bifidobatteri
- lattobacilli
a verifica di un’effettiva alterazione della composizione del microbiota intestinale.
Sintomatologicamente queste alterazioni si manifestano come:
- dolore addominale
- meteorismo
- alterazione della frequenza all’evacuazione, con stipsi e/o diarrea
- impatto negativo sulla qualità della vita.
Ecco perché una corretta introduzione di prebiotici e/o probiotici, in un individuo che soffre di IBS, è una soluzione alla sintomatologia in fase acuta e alla frequenza nella comparsa dei sintomi nel tempo.
Fondamentale è la scelta dei giusti ceppi e l’assunzione per il giusto tempo, con protocolli anche personalizzati.